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(INTO THE NIGHT)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 5 settembre 1985
 
di John Landis, con Jeff Goldblum, Michelle Pfeiffer, Irene Papas, Dan Aykroyd, Paul Mazursky, David Bowie, Vera Miles, Kathryn Harrold, Roger Vadim (Stati Uniti, 1985)
 
Il cinema di John Landis vive di riferimenti. Al fantastico (Un lupo mannaro americano a Londra) al burlesco (BlueS brothers) alla commedia brillante (Una poltrona per due). Qui, lo capirebbe anche un cieco, non solo il riferimento è Hitchcock, ma un'opera precisa del maestro del suspense, North by Northwest (Intrigo internazionale). Stessa bionda (là Eve Marie Saint, qui la nuova Michelle Pfeiffer che rivedremo presto con piacere), stesso scioccone che si mette nei pasticci (si fa per dire, che là era il grande Cary Grant, qui il simpatico ma insipido Goldblum) e, soprattutto, stesso principio.

Quello di cominciare sul ridere, per scivolare progressivamente nel thriller, fino a riuscire a far digerire allo spettatore il massimo dell'orrore con il sorriso sulle labbra. Il tutto in nome del clima ridanciano, del tono adottato fin dall'inizio: siamo al cinema, può succedere di tutto, e io spettatore non me la prendo.

Hitchcock dimentichiamolo subito. Al contrario del precedente Una poltrona per due il film di Landis non si basa su una sceneggiatura particolarmente solida: la vicenda è scontata, gli avvenimenti s'ingarbugliano, alcuni personaggi non si capisce nemmeno a che proposito arrivino in scena. Tutto il contrario di quanto capitava con Hitch: dove non una virgola nello scritto, o un movimento di macchina della regìa capitava per caso. Landis non è originale (per forza, visto che fa del cinema di riferimenti), non è preciso ed è anche un po' sgangherato in certi effetti espressivi. Ma il suo cinema non è antipatico o noioso, gli attori sono brillanti, alcune scene (l'inseguimento nell'autosilo, i televisori accesi su Abbott e Costello, la visita sul set e in generale lo sguardo su L. A. ) gli riescono come a pochi. Pasticcione ed elefantesco, Landis dev'essere uno che si diverte a fare il suo mestiere. Ed il suo cinema ne testimonia. Qui, per esempio, ha chiamato un po' dei suoi amici registi a comporre dei personaggi, e il risultato è esilarante. Don Siegel fa lo sporcaccione in una toeletta. Roger Vadim, proprio lui, il gangster di russo con dovuto accento parigino. Paul Mazursky una specie di magnaccia. Ma il meglio è ancora lui, John Landis, nei panni di un assurdo killer della Savak.


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